Chi di noi non ha mai provato un senso di agitazione prima di un colloquio di lavoro? È naturale provare una gamma di emozioni di fronte ad una selezione e non c’è nulla di sbagliato, l’importante è capire come gestire l’emotività.

 

A cura della Dott.ssa Giulia Pera, Dott.ssa Carla Sforza, Dott.ssa Maria Sorvillo e del Dott. Andrea Ghetti, partecipanti dell'Executive Master in Direzione del Personale e dell'Executive Master in Risorse Umane


Chi di noi non ha mai provato un senso di agitazione prima di un colloquio di lavoro?

È naturale provare una gamma di emozioni di fronte ad una selezione e non c’è nulla di sbagliato, l’importante è capire come gestire l’emotività.

Schopenhauer era solito ritenere che “quasi metà di tutte le nostre angosce e le nostre ansie derivano dalla nostra preoccupazione per l’opinione altrui” (è quindi importante dare una buona impressione di noi).

Nascondere l’ansia, mostrare sicurezza e determinazione per ottenere il meglio durante il colloquio è uno degli obiettivi più importanti.

Sappiamo bene quanto, durante un colloquio, sia importante il linguaggio non verbale. Tra i segreti c’è quello di dimostrare al recruiter di saper controllare le proprie emozioni, attraverso i gesti e la postura.

Non sottovalutiamo, inoltre, un altro aspetto molto importante della comunicazione non verbale: il tono di voce che, insieme alla giusta velocità nel parlare, aiuta il nostro interlocutore a comprendere al meglio il nostro messaggio ed è il riflesso dello stato d’animo che vogliamo esternare.

Per riuscire a dare il meglio di noi stessi durante un colloquio di lavoro può esserci di grande aiuto l’intelligenza emotiva la quale, secondo diversi studi scientifici, “ci fa sentire in sintonia con noi stessi e con le nostre emozioni, ci aiuta ad essere consapevoli delle nostre parole e dell’effetto che esse possono avere sugli altri.”

Le emozioni, se ben gestite, possono infatti aiutarci a comunicare meglio e ad essere maggiormente motivati. 
Una persona con una buona dose di intelligenza emotiva è empatica, (esiste infatti uno stretto rapporto tra empatia e intelligenza emotiva) riesce a mettersi facilmente nei panni altrui ed è in grado di creare attorno a sé un clima piacevole e positivo, riuscendo ad affrontare con abilità anche i problemi e le situazioni più difficili. 

Da quando indossiamo la mascherina, comunicare ci appare più difficoltoso ed esprimere i nostri pensieri può presentare molte sfide.

Questo avviene perché quando parliamo con una maschera, a meno che non si tratti di uno spettacolo in cui il contesto prevede una scelta libera di utilizzo e quindi uno studio a priori, ciò che vediamo e sentiamo non sempre ci appare “allineato”. Troviamo difficile seguire la conversazione nello stesso modo in cui faremmo senza l’oggetto in questione e potremmo persino interpretare male ciò che viene condiviso. Questo tipo di comunicazione errata è stata descritta per la prima volta nel 1976 da Harry McGurk e John MacDonald e si tratta di un fenomeno che si verifica quando qualcuno percepisce che i movimenti delle labbra di qualcun altro non corrispondono a ciò che sta effettivamente dicendo. 

Quando si tratta di indossare delle mascherine, l’effetto McGurk potrebbe essere utile per capire perché non vedere le labbra di qualcuno può rendere la comunicazione più difficoltosa. In generale, la comunicazione dipende dai segnali verbali e non verbali e indossare una maschera interferisce con entrambi. Inoltre, cambia il suono delle parole che risultano più ovattate; infatti, spesso ci capita di chiedere al nostro interlocutore:

< potresti ripetere? Non ho capito. Faccio fatica con la mascherina>

Nell’ambito di un colloquio di lavoro, questo effetto è significativo per comprendere l’importanza di imparare a comunicare in maniera efficace nonostante la maschera. Un ottimo modo per migliorare la comunicazione mascherata è provare a pensare di utilizzare parti del corpo che sono visibili come le mani, gli occhi, le sopracciglia e la postura perché il nostro corpo parla più di quanto possiamo immaginare.

Partendo dallo sguardo, i movimenti oculari indicano che la persona con la quale si comunica sta pensando per immagini e, codificando tali movimenti, si impara a leggere esattamente cosa si pensa. Occhi in alto a sinistra: visivo ricordato, è qui che si guarda quando si ricordano delle immagini che abbiamo già visto; occhi in alto a destra, visivo costruito, è qui che si guarda quando si costruiscono delle immagini mai viste prima; sguardo fisso nel vuoto, dritto davanti a sé: si può comprendere se questa sia un’immagine costruita o ricordata dal modo in cui si sposta il resto del corpo. Se la persona è inclinata verso sinistra si tratta di un ricordo, è invece un’immagine costruita se la persona si inclina verso destra; occhi che guardano verso sinistra, all’altezza delle orecchie, auditivo ricordato, suoni già sentiti; occhi che guardano verso destra, all’altezza delle orecchie, auditivo costruito, è qui che si guarda quando si costruiscono suoni mai sentiti prima.

Per quanto riguarda altri indici di emozioni provate durante il colloquio ci sono anche le mani e la postura. La stretta di mano può essere decisiva, tutto dipende anche da come poniamo la mano stessa. Il palmo verticale può indicare nell’ambiente lavorativo le persone dello stesso livello, o anche porgere il palmo verso l’alto può manifestare sottomissione, passività o scarsa sicurezza di sé, caratteristica palesata anche da una stretta di mano molle o umida. Se la stretta di mano è d’impatto lo è di meno la postura che tuttavia può rivelare emozioni importanti come tensione, disagio ed insicurezza. 

Queste ultime sono palesi se parlando ci muoviamo continuamente o se siamo inclinati in avanti o all’indietro. L’agitazione è manifestata invece da tic momentanei come toccarsi spesso le mani, i capelli, il volto, il collo o il viso. Insomma, attuare sempre lo stesso comportamento ripetutamente e in maniera nevrotica. Si può mostrare anche indifferenza se ci incliniamo verso destra o sinistra su uno dei braccioli della sedia su cui siamo accomodati. Non esiste una regola perfetta ma sicuramente ci sono dei validi suggerimenti forniti da studiosi che possono essere utili ai fini di un colloquio lavorativo. Ad esempio, una stretta di mano “piena” e “non duratura”, quindi attuata in modo tale che i palmi si tocchino e che ci siano massimo tre oscillazioni, ed una postura lineare che non superi i limiti di spazio personale con l’interlocutore, non rischia di comunicare scarso interesse ed invadenza.

ECCO ADESSO ALCUNI CONSIGLI UTILI DURANTE UN COLLOQUIO DI SELEZIONE

  • Preparati per tempo (raccogli informazioni sull’azienda ed allenati ad esporre)
  • Pensa a cosa sai fare meglio
  • Metti in luce le tue competenze
  • Prenditi cura di te (Non trascurare la tua salute mentale e fisica)
  • Pensa al piano B (in caso di imprevisti)
  • Evita la negatività
  • Controlla la tua emotività
  • Ascolta con attenzione e rispondi con chiarezza
  • Mostra sempre curiosità

E se il colloquio va male?

NON DIAMOCI LA COLPA!

Non sempre le cose vanno male per colpa nostra. Dobbiamo cercare, per quanto possibile, di non pensare che ogni fallimento dipenda da noi: bisogna imparare dai nostri errori e affrontare la prossima sfida con maggiore determinazione!

Questi sono solo alcuni consigli su come affrontare con maggiore serenità un colloquio di lavoro, ma non bisogna mai scordare di essere sempre noi stessi e non perdere la consapevolezza di chi siamo a prescindere dall’esito dell’esame.

BIBLIOGRAFIA

  • S. Knight, PNL a lavoro, UNICOMUNICAZIONE.it, 2012.
  • M. Pacori, Il linguaggio del corpo, Mondadori, 2018.

SITOGRAFIA

  • https://www.drdrecruiting.it/blog-articoli/come-gestire-le-emozioni-durante-un-colloquio-di-lavoro
  • https://www.larisorsaumana.it/news/notizie/selezione-personale-covid-19
  • https://www.talentmate.it/linguaggio-del-corpo-in-un-colloquio/
  • https://www.start2impact.it/blog/lavoro/linguaggio-del-corpo-colloquio-di-lavoro/
  • https://blog.dottmarionigro.it/mascherine-come-hanno-influenzato-la-nostra-comunicazione/
  • https://www.drdrecruiting.it/blog-articoli/come-gestire-le-emozioni-durante-un-colloquio-di-lavoro
  • https://www.dimensioneperformance.it/blog/come-gestire-le-emozioni-in-un-colloquio-di-lavoro.html
  • https://www.workingroom.it/it/percorsi/cercare-il-mio-primo-lavoro/intelligenza-emotiva-colloquio-lavoro

Ultima modifica il 28/04/2022