A cura del Dott. Astolfi, Docente in area Finanza

 

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Nella comprensione degli elementi successivi, si invita il lettore a richiamarsi alla struttura grafica della Fig.7 presente nel precedente articolo (Come fare un Business Plan - parte 6).

La determinazione delle imposte
Una volta operate le scelte di gestione caratteristica e di finanziamento, il modello di BP, in automatico, dovrà determinare (sulla base delle aliquote fiscali vigenti) il prelievo fiscale atteso e dunque l’uscita finanziaria relativa a queste risorse destinate allo Stato. Questa determinazione è propedeutica alla stima delle liquidità/esigibilità a breve che residuano al termine della costruzione del modello di BP. Ovviamente per effetto di questa componente (insieme a quella degli interessi passivi computati sul livello residuale di liquidita’/esigibilita’ a breve) si viene a creare un calcolo circolare che è stato risolto, grazie ad uno speciale algoritmo, nel software MIDIplan®.
Perché la tassazione attesa (Ires, Irap, o altre imposte - introdotte per effetto di riforme successive del sistema fiscale) possa essere stimata in modo coerente con quanto previsto dalle normative vigenti, è necessario che al momento di imputare i valori delle componenti economiche di previsione, si accerti di aver contrassegnato la voce stessa come deducibile o non deducibili.
I primi a sua volta si dividono:
a) in relazione alle aliquote fiscali di riferimento. Esempio: “Ires” se quella voce deve rientrare nella base imponibile Ires, oppure “Irap” (esempio interessi passivi su finanziamenti) se la voce deve essere assoggettata ad una differente base imponibile. Ovviamente si deve lasciare libera l’impresa di inserire altre aliquote fiscali in relazione alle differenze operate da diversi regimi fiscali (esempio aziende o iniziative localizzate fuori dal nostro contesto nazionale) oppure per effetto di mutamenti che venissero imposti dalle nuove riforme legislative.
b) in funzione della percentuale deducibile in quell’anno (si pensi alle spese di rappresentanza). L’impresa pertanto indica la percentuale di deduzione fiscale (dal 100% all’1%) prevista per quel tipo di costo. 

Alla fine di questa procedura di calcolo si determinerà un primo reddito netto atteso che andrà ad influenzare il “patrimonio netto”, per un importo al netto dei dividendi da distribuirsi ai soci (opzione da definirsi per ogni esercizio della previsione in %), prima che gli stessi utili reinvestiti rientrino nel calcolo circolare per la determinazione della liquidità/esigibilità residuale di cui si accenna in seguito. 

La liquidità/esigibilità immediata come elemento residuale nella costruzione di un Business Plan
Una volta operate queste scelte rimane solo da stimare la liquidità/esigibilità a breve (ovvero cassa o Banca c/c attivo/passivo) che per processi iterativi (derivante soprattutto dall’influenza della sua onerosità sulla determinante Reddito netto che influenza a sua volta il Patrimonio netto) si allineerà ad un eventuale saldo attivo o positivo del net cash flowprevisionale.
Durante la fase di ultimazione del BP, se queste voci non fossero coerenti con quanto atteso dall’impresa e dal suo management, sarà possibile ritornare su alcune variabili influenzanti la liquidità/esigibilità a breve, in modo da migliorare i flussi di cassa attesi in armonia con l’ultimo degli obiettivi richiesti per una sana gestione della politica finanziaria dell’azienda (“verificare che i cash flow prodotti assicurino una congrua copertura dei capitali presi a prestito e dei loro interessi”). 
Si comprende quindi l’importanza e la funzionalità del modello di previsione laddove sia possibile con facilità intervenire in questo processo itinerante, in modo da consentire ai redattori del BP un analisi di sensitività appropriata. 

L’analisi di sensitività (Sensitivity Analysis) La costruzione del BP non è statica. Un buon modello deve consentire al management di verificare differenti ipotesi e scenari di contesto. Questo significa che durante le stime si deve poter modificare alcune variabili e interpretarne l’impatto, in termini sia economici che finanziari. Ma quali devono essere queste variabili? Esse possono essere sia grandezze modificabili dall’impresa (per esempio, il prezzo di un bene/servizio, il budget di marketing ecc.) sia valori esogeni riferiti al contesto in cui l’impresa opera (costo di forniture, tassi di interesse, ecc.). In ogni caso, di solito, le assunzioni sopra viste fanno parte delle variabili selezionabili.
L’indagine di come le ipotesi di calcolo siano in grado di determinare risultati di performance economica o finanziaria differenti è definita analisi di sensitività. Il controllo degli effetti causati da diversi valori assegnati alle variabili è utile per due fini:

1 la costruzione di un range di scenari possibili che graduano dal pessimistico all’ottimistico e quindi contemplino uno ritenuto attendibile ai fini prudenziali (sarà bene adottare il caso intermedio tra lo scenario normale e quello pessimistico);
2 la comprensione delle variabili critiche alla performance d’impresa, ossia le leve interne o esterne le cui piccole oscillazioni di valore generano impatti significativi sui risultati economici o finanziari finali. Quest’informazione è rilevante in quanto anche un lieve errore di stima in una di queste variabili è in grado di stravolgere i risultati presentati. Sarà dunque utile essere ancora più conservativi attorno a questi valori, in modo da ridurre le probabilità di errore.

Conclusioni
Come si è visto la costruzione di un Business Plan secondo uno schema logico che parta dalla struttura dei Ricavi e degli Investimenti durevoli è estremamente lineare e presenta gradi di complessità abbastanza contenuti. Infatti, la maggior parte dei problemi da risolvere sta nelle informazioni necessarie e nell’interpretazione dei risultati conseguiti. Ad esempio, data una struttura di ricavi, la quantificazione di molte voci di bilancio preventivo (crediti commerciali, rimanenze ecc.) può essere fatta in modo scientifico e incontestabile; è chiaro che se è errata la stima dei ricavi sarà errato anche tutto il resto del Business Plan, o quantomeno le voci della gestione caratteristica. La conoscenza del mercato e la sua estrapolazione costituisce dunque la fase più delicata di tutto il processo. Sarebbe opportuno dunque premettere alla realizzazione del Business Plan una fase conoscitiva del proprio mercato (competitors, quote di mercato) mediante appositi strumenti statistici di analisi delle serie storiche ; in questo modo si avrebbero informazioni coerenti e molto interessanti circa il fatturato futuro e tutto quello che ne consegue.
Anche la fase finale del processo di pianificazione richiede un accurato esame: l’individuazione delle fonti finanziarie più convenienti non è certo un’attività banale. Infatti il costo effettivo di ogni fonte di finanziamento a breve o anche a medio/lungo termine deve essere calcolato dovendo spesso tener conto di un insieme complesso di variabili (es. il c/c bancario presenta oltre al tasso di interesse anche altri elementi di costo quali la commissione massimo scoperto, le spese accessorie e l’impatto dei giorni valuta).
Come ultima osservazione, possiamo constatare che lo schema di costruzione del Business Plan segue un percorso assolutamente limpido e consequenziale, ma avvertiamo che i passaggi meramente numerici fra le varie tappe di tale percorso richiedono un’appropriata conoscenza di tutto il fenomeno aziendale.

−> Per maggiori approfondimenti leggi anche l'Articolo: 
     Come fare un Business Plan - Parte 1
     Come fare un Business Plan - Parte 2
     Come fare un Business Plan - Parte 3
     Come fare un Business Plan - Parte 4
     Come fare un Business Plan - Parte 5
     Come fare un Business Plan - Parte 6

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