Siamo giunti a trattare il terzo ed ultimo criterio alla base della meritocrazia, nonché ulteriore requisito per lo più fondamentale tra quelli richiesti dalle aziende: dopo la volontà e la competenza, eccoci dunque all'esperienza.

L'esperienza altro non è se non la padronanza, la capacità, la competenza in un determinato campo conquistate con la pratica. Avere esperienza significa l'aver già svolto per un determinato periodo la mansione o l'incarico che si è chiamati a ricoprire con il nuovo lavoro, il “saperlo fare”, insomma, ma non solo in teoria ed avere la possibilità di dimostrarlo. In termini scientifici “esperienza” significa anche prova o esperimento e non lo riteniamo un caso. Etimologicamente infatti “esperienza deriva dal latino ed è una parola composta da “ex” e “perentia”, derivante a sua volta da “ex perior” ovvero “provo, tento”.

Semplificando le cose, e magari ironizzandoci un po' su, possiamo affermare che quando si richiede “esperienza” si vuole essere sicuri che il nuovo assunto abbia già tentato o provato “altrove”, probabilmente provocando anche qualche danno, e poter contare sul fatto che ora è invece un professionista sicuro di se che non ripeterà certo gli errori già commessi, appunto, “altrove”. L'esperienza è dunque garanzia di saper ben fare perché abbiamo già fatto.

Ma come potremo mai iniziare a lavorare, quindi, se tutti richiedono esperienza? Come poter ovviare alla sua mancanza se nessuno ci da la possibilità di “fare esperienza”?

Come si è già detto più volte, un buon master può sopperire alla mancanza di “pratica” tipica delle scuole tradizionali e dell'Università. Molto probabilmente può farlo anche in questo caso. L'aver frequentato un buon master che, per definizione, è composto di teoria ma soprattutto di molta pratica, può certamente compensare la mancanza di esperienza sul campo costituendo, nel migliore dei casi, una vera e propria alternativa ad un anno di pratica in un'analoga posizione “reale”. Ma affinché tutto ciò venga riconosciuto anche dalle aziende che richiedono “esperienza”, bisogna essere assolutamente sicuri di scegliere un ottimo master. E i nostri consigli in questo campo non mancano.