Come indirizzare il percorso di studi nella Finanza Aziendale

:: A cura della Redazione Scientifica MELIUSform ::

La parola Finanza ha preso un accezione troppo vasta, nel linguaggio comune, e nel recente anche negativa a causa della pesante crisi economica che ha investito i mercati di tutto il mondo, soprattutto europei, nel recente lustro (iniziata nel 2008 negli Stati Uniti con la crisi dei subprime).
Il termine Finanza, per i non addetti ai lavori, evoca parole come: soldi, borsa, azioni, obbligazioni, titoli, banche, ecc., che spesso stanno ad identificare soprattutto gli strumenti finali con cui si fa la Finanza e non i processi, le strategie, le azioni e le decisioni con cui si gestiscono le problematiche finanziarie in una organizzazione; senza contare che alcuni di questi strumenti finanziari non sono facilmente accessibili a tutti i soggetti (giuridici o individuali). 

Pertanto prima di intraprendere i propri studi specialistici nel mondo della “Finanza”, occorre, seppur brevemente, provare a definirla e successivamente a distinguerla tra le sue varie forme, in modo da comprendere più consapevolmente quale indirizzo professionale perseguire. 

Definizione di Finanza

Wikipedia definisce correttamente la “finanza” come quella disciplina economica che studia i processi con cui individui, imprese, enti, organizzazioni e stati gestiscono i flussi monetari (raccolta, allocazione e usi) nel tempo. Inoltre, essendo l'economia definita come "la scienza che studia le modalità di allocazione di risorse limitate tra usi alternativi, al fine di massimizzare la propria soddisfazione" (in impresa l’“utile” o la “redditività”), analogamente la finanza si può autodefinire come "quella scienza che studia le modalità di allocazione del denaro tra usi alternativi, al fine di massimizzare la propria soddisfazione" (in impresa il “cash flow” o la liquidità monetaria). Si comprende, quindi, che il sistema finanziario è parte integrante del sistema economico, e viceversa, come se fossero le due facce di una stessa medaglia. Questo aspetto, come vedremo in seguito, non è da sottovalutare perché non si può fare della buona finanza se non si è fatto anche della buona economia. 

La definizione di Wikipedia identifica anche i soggetti che sono interessati al buon governo della Finanza per la massimizzazione della propria soddisfazione ed in ragione di questa distinzione viene fatta anche una classificazione della finanza stessa in: finanza personale, finanza aziendale, finanza pubblica e finanza internazionale.

La Finanza personale è quella che riguarda il risparmiatore/consumatore nelle sue decisioni di risparmio (investimenti nei mercati finanziari e negli immobili), nell’assunzione dei debiti (es. mutui, credito al consumo, cessione del quinto, ecc.) e nelle scelte di previdenza complementare.

La Finanza aziendale, detta anche 'Corporate finance' o 'Finanza d'impresa' si occupa della ricerca degli equilibri finanziari tra quanto impiegato (investimenti produttivi) e quanto raccolto (attraverso le fonti di finanziamento) dalle imprese al fine di raggiungere o perseguire una gestione efficiente (analisi costi e benefici) ed efficace (analisi input e output).

La Finanza pubblica, riguarda le tematiche della ricerca e dell'impiego di risorse finanziarie da parte degli Stati sovrani e più in generale di tutti quegli organismi che appartengono (direttamente o indirettamente) alla pubblica amministrazione. Un esempio di come il Governo italiano pianifica gli interventi di finanza pubblica è il Documento di Economica e Finanziaria – c.d. DEF, originariamente chiamato DPEF, Documento di programmazione economica finanziaria -, documento all'interno del quale vengono messi per iscritto tutte le politiche economiche e finanziarie decise ed impostate dal nostro organo esecutivo.

La Finanza internazionale (o transazionale), invece, investe il tema dei flussi di denaro scambiati tra Stati diversi e afferisce ai processi di integrazione economica-finanziaria tra i diversi paesi e nell’individuazione degli interventi di politica economica. Un esempio di questa Finanza sono le politiche intraprese dalla Banca Mondiale (BM) e dal Fondo Monetario Internazionale (FMI) e dalla stessa Banca Centrale Europea (BCE) in materia di tassi di interesse, indebitamento e scambio flussi di capitale tra paesi. Questo forma di Finanza non deve essere confusa con le scelte finanziarie operate dalle imprese nei loro processi di internazionalizzazione che costituisce una branca più specialistica della stessa ‘Finanza aziendale’. 

In questa classificazione manca di inserire anche altre due altre importanti discipline della Finanza, la Finanza mobiliare e la Finanza etica, che prescindono dalla suddivisione precedente basata sulla distinzione dei soggetti interessati.

Per Finanza mobiliare, deve intendersi quella Finanza che si occupa - attraverso diverse tecniche di analisi e metodi di gestione: degli strumenti finanziari (azioni, obbligazioni, titoli di stato, derivati, ecc.), dei soggetti intermediari e dei mercati finanziari (presso i quali avviene lo scambio e la negoziazione degli strumenti finanziari stessi), e che fornisce supporto e sostegno ai quattro attori principali (individui, imprese, PA, Stati sovrani) nella gestione finanziaria.

La Finanza etica è comunemente intesa come l'organizzazione e la gestione delle attività correlate con le varie tipologie di Finanza precedente e che ha come scopo principale quello di rispettare determinati valori morali e di raggiungere determinati risultati ritenuti moralmente vincolanti prima ancora di perseguire quelli reddituali e speculativi. 

Questa distinzione quindi pone importanti basi sulla scelta di come Lavorare in finanza e su quale scelta di indirizzo specialistico orientare i propri studi. 

 
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1 Come è cresciuta questa finanza? Semplice, moltiplicando gli strumenti finanziari da immettere sul mercato, sebbene avessero come "fondamentale" una sola operazione economica e finanziaria "reale". Un esempio. L’azienda chiede un finanziamento per l'acquisto di un capannone alla Banca ed ottiene un mutuo; questa operazione è conseguente ad un “investimento produttivo” e come tale fa parte di quegli impieghi di finanziaria "reale", per i quali si investono i risparmi dei cittadini raccolti tradizionalmente attraverso i depositi bancari. Questi investimenti produttivi, vengono correttamente intermediati e negoziati attraverso l’Istituto Creditizio, che in questo caso svolgerebbe correttamente il suo ruolo istituzionale. Purtroppo la mala-finanza, per arricchirsi, svilupparsi e ingrandirsi, soprattutto a vantaggio di pochi manager bancari o finanziari e a danno di molti risparmiatori, ha divorato se stessa, infatti per crescere in modo esponenziale ha creato un pericolosissimo moltiplicatore finanziario partendo da una base reale, quale appunto l'operazione produttiva di base (mutuo per il capannone), per generare "derivati" da immettere e vendere a sua volta sul mercato. Questi titoli nascono come sommatoria di operazioni creditizie fatte dalle istituzioni finanziarie e rivenduti, a sua volta, ad altri operatori finanziari (hedge fund, investori istituzionali, ecc.), che attraverso altri "vehicle" (altri intermediari), rivende sotto forma di altri titoli “sintetici”, i quali a sua volta vengono ceduti ad altri operatori, che a loro volta collocano sui altri mercati finanziari spesso non regolamentati e controllati. Si comprende che è sufficiente l'insolvenza di una componente della catena per far crollare l'intero castello di sabbia.

 


−> Per maggiori approfondimenti leggi anche l'Articolo: "Centralità dell'impresa e della finanza aziendale"
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