I contratti di lavoro: determinato e indeterminato, differenze e analogie
Il rapporto di lavoro dipendente è un contratto stipulato tra il datore di lavoro e il lavoratore. In base a questo accordo, che deve essere accettato e sottoscritto da entrambe le parti, il lavoratore si impegna a prestare servizio "alle dipendenze e sotto la direzione" di chi ha effettuato l'assunzione, che è invece obbligato a corrispondere a fronte del lavoro un salario che può essere calcolato a cottimo oppure a tempo.
Il contratto di lavoro dipendente è meticolosamente disciplinato dalla legge italiana, è inoltre un contratto tipico, bilaterale, quasi sempre a titolo oneroso e sinallagmatico (cioè a prestazioni corrispettive).
Il contratto da lavoro individuale e dipendente può essere a tempo determinato ed indeterminato e si va ad affiancare a forme tra cui la somministrazione, l’apprendistato, il lavoro a progetto, il lavoro intermittente.
Le forme più diffuse per l'assunzione di un lavoratore dipendente sono il contratto a tempo determinato e a tempo indeterminato, stabilite con forma scritta e con l'indicazione, o meno, del termine e del relativo motivo.
Il contratto a tempo indeterminato, come indica il nome stesso, non prevede un limite di durata ed è la forma che offre maggior tutela a chi presta servizio di lavoro, soprattutto in vista di ingenti spese o per la pianificazione ad esempio dell'acquisto di una casa, inoltre, prevede l'iscrizione all'Inail per la tutela in caso di infortunio sul lavoro, l'accantonamento mensile del Trattamento di Fine Rapporto, e versamenti Inps ai fini pensionistici. Infine, il contratto a tempo indeterminato prevede che l'azienda diventi sostituto d'imposta nei confronti del dipendente.
Il lavoratore nel tempo matura il diritto a fruire di un certo numero di giorni di ferie e di ore di permessi retribuiti, la tredicesima mensilità o gratifica natalizia (in certi settori anche la quattordicesima), e ad un minimo stabilito per legge di mesi di astensione dal lavoro in caso di maternità.
Il rapporto tra le due parti può finire per volontà del dipendente, che deve attenersi ai termini previsti dalla legge per il preavviso (per non perdere benefici economici), o può terminare ad opera del datore di lavoro, ma solo per giusta causa dimostrabile (cioè per la condotta discutibile del lavoratore) o per un grave motivo che deve essere giustificato (ad esempio la cessazione dell'attività o la riduzione del personale a causa del calo della prosuzione).
Il contratto di lavoro dipendente può prevedere un periodo di prova (che deve essere specificato e dettagliato) che va da 15 giorni fino a sei mesi e serve all'azienda a monitorare il lavoratore e, ad entrambe le parti di cessare seduta stante, anche senza motivazione palese, il rapporto intrapreso. Comunque, in caso di licenziamento, il datore di lavoro è tenuto a corrispondere gli emolumenti previsti dalla legge, in base a quanto previsto dall'ultima riforma (cd Legge Fornero).
Il contratto a tempo determinato è sostanzialmente simile al precedente se non per qualche piccolo particolare. Ci sono determinate situazioni che portano e, soprattutto, che consentono assunzioni di questo tipo. In questi casi il datore di lavoro è tenuto ad indicare la durata del contratto. Decorsi i termini decadono gli obblighi per entrambe le parti coinvolte.
I principali motivi delle assunzioni a tempo determinato sono di carattere amministrativo e tecnico, per far fronte ad impennate della produzione o per sostituire improvvise mancanze in termine di personale (maternità, aspettativa, infortunio, ecc).
Soprattutto in questo difficile periodo per l'economia del paese, può risultare efficace ai fini del bilancio integrare il numero di lavoratori solo in caso di un temporaneo aumento della mole di lavoro o, nell'eventualità, che servano particolari abilità e competenze non presenti in organico.
Nello specifico, un'assunzione a tempo indeterminato non può andare a colmare assenze effettuate per sciopero e può essere prorogata nel tempo, ma la durata del rapporto di lavoro non può sperare i tre anni.
In base al principio di 'non discriminazione', al lavoratore assunto a tempo determinato spettano i medesimi diritti previsti a parità di inquadramento con contratto a tempo indeterminato cioè, ferie, permessi, tfr, tredicesima, ovviamente nelle proporzioni dovute e maturate.
E' molto importante che nel contratto in forma scritta di assunzione a tempo determinato vengano specificate la durata del rapporto e la motivazione della limitazione temporale. La mancanza di uno dei due requisiti trasformerebbe l'assunzione a tempo determinato in assunzione senza termine.
Nel caso dell'assunzione a tempo determinato è prevista (ove ci sia una richiesta o dove sussistano i motivi) la proroga del rapporto di lavoro o la trasformazione in contratto a tempo indeterminato.
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