I crediti formativi, ovvero: quando il sistema (italiano) è perverso
E’ il momento di parlare e spiegare cosa sono CFU e i CFP. Non si tratta di sigle astruse, ma piuttosto del passpartout obbligato, dell’unico modo valido per “ottenere il giusto credito” nell’ambito dei meandri del nostro complicato sistema universitario e formativo, che in qualche caso non sarebbe esagerato definire anche perverso. Vediamo insieme tutto quello che pensate di sapere, che avreste voluto sapere e anche quello che non vi immaginavate sull’argomento, tenendo ben presente un concetto: in fatto di fantasia, non abbiamo bisogno del “credito” di nessuno, a nessuna longitudine universitaria e formativa a livello internazionale. Un merito rispetto al quale, talvolta, sarebbe invece opportuno poter fare a meno.
CFU (Crediti Formativi Universitari)
Si tratta di crediti rilasciati solo dalle strutture universitarie. Ad ogni esame universitario è infatti associato un certo numero di CFU, che stimano l’impegno richiesto e assolto per l’esame in questione. Convenzionalmente, 1 singolo CFU risulta essere pari a 25 ore di lavoro (indipendentemente se questo è svolto come studio personale o come frequenza a laboratori o lezioni); per conseguire la laurea o la laurea magistrale lo studente deve conseguire – rispettivamente – 180 crediti, e ulteriori 120.
Introdotti con la riforma universitaria del 1999, i crediti sostituiscono la tradizionale differenza esistente tra “annualità” e “semestralità”, oltre a consentire una semplificazione rispetto al riconoscimento di esami sostenuti in altre università italiane o europee (ad esempio nell’ambito del Programma Erasmus); infatti, i crediti sono “trasferibili” attraverso il sistema ECTS, sigla che indica il sistema denominato European Credit Transfer System. Uno degli scopi dei legislatori all’atto dell’introduzione dei crediti formativi era quello di favorire la mobilità di studenti e ricercatori in Italia e all’estero. La normativa italiana in merito al trasferimento del corso di studi è rimasta al contempo invariata: è prevista la convalida d’ufficio, da parte delle segreterie studenti, degli esami sostenuti che hanno nome identico nell’università di origine e destinazione. Per le altre annualità sostenute delibera il Consiglio di Facoltà, eventualmente richiedendo allo studente copia del programma degli esami.
Con il nuovo ordinamento e la nuova autonomia universitaria, molti corsi di laurea hanno cambiato la denominazione e i programmi di numerosi esami. Senza l’introduzione di macroaree di esami, che li rendano comparabili fra differenti università, aumentano le probabilità per gli studenti di non vedere riconosciuto in altri atenei il proprio impegno universitario, e di dover sostenere un considerevole numero di esami in aggiunta.
I crediti formativi possono essere acquisiti non solo sostenendo gli esami, dato che le diverse facoltà possono determinare il riconoscimento dei crediti ottenuti anche tramite attività lavorativa, stage o altro.
Diverse scuole/Business School, nel corso di questi ultimi anni hanno promosso molti master con il gemellaggio di alcune università al fine di rendere più appetibile sul mercato la loro proposta formativa anche a coloro che uscivano dalle università dopo il conseguimento di una laurea triennale. Inoltre, se al master viene anche associato uno stage, la proposta risulta ancor più attraente (anche se a prezzi superiori al valore intrinseco dello stesso) dal momento che lo stesso stage o altre forme di studio (project work in azienda, roll player, altro) consentono di far accrescere i CFU fino all’ottenimento della laurea magistrale.
CFP (Crediti Formativi Professionali)
Sono quei crediti rilasciati dagli organismi professionali – come il Consiglio Nazionale dei dottori Commercialisti, gli Ordini degli Avvocati, quello dei Ragionieri, degli Ingegneri, dei consulenti del lavoro, ecc… – per la formazione professionale continua dei propri iscritti. Si tratta di attività di aggiornamento e di approfondimento, in forma collettiva, delle conoscenze e delle competenze tecniche sulle materie oggetto di esercizio dell’attività svolte dal professionista.
Questa formazione continua si realizza mediante la partecipazione ad eventi formativi accreditati dal consiglio/ordine professionale e con l’attribuzione di un certo numero di crediti.
Pertanto, per un iscritto ad un Consiglio o ad un Ordine professionale è importante sapere, prima di frequentare un master o un corso formativo, se l’ente formativo erogatore in questione rilascia anche questo tipo di ‘crediti’.
Naturalmente, molte organizzazioni della formazione professionale fanno a gara per ottenere i crediti da queste associazioni, ciascuna delle quali ha regole e metodi di assegnazione del tutto autonomi e indipendenti le une dalle altre.
Anche in questo caso, avere la possibilità di promuovere master o corsi in grado di assegnare un certo numero di crediti formativi ai partecipanti rende l’evento sicuramente più appetibile rispetto ad un altro: una eventualità che di per sé garantisce un buon numero di iscritti.
Anche in questi casi, comunque, vi sono esempi di carenza dell’informazione riguardo ai processi selettivi adottati da alcuni Ordini professionali, dato che non è infrequente assistere all’attribuzione di crediti formativi ad organismi che non vantano una lunga e consolidata esperienza nel settore della formazione, ma che piuttosto si caratterizzano per la loro ‘vicinanza’ istituzionale con l’organismo di rappresentanza della categoria professionale.
Non è nemmeno raro assistere a situazioni in cui addirittura viene esclusa da alcuni ordini professionali la possibilità di attribuire ad organizzazioni esterne il rilascio dei CFP, in quanto è lo stesso ordine o consiglio che, attraverso un organismo interno (ente, associazione, società) promuove l’assegnazione di crediti attraverso l’esclusiva di corsi organizzati autonomamente. Spesso si tratta di eventi gratuiti riservati agli iscritti che, essendo promossi in regime monopolistico, consentono di ottenere sponsorizzazioni e finanziamenti pubblicitari di molte società interessate al target specifico.
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