Parola a Marcella LOPORCHIO
Un dialogo esclusivo con la Coordinatrice Scientifica del Master in Diversity, Equity & Inclusion: prospettive, sfide e opportunità per un futuro più inclusivo.
Scopri il percorso professionale di Marcella Loporchio,
Coordinatrice Scientifica del Master in Diversity, Equity & Inclusion presso MELIUSform Business School.
Con oltre 30 anni di esperienza nel settore delle risorse umane, ha ricoperto ruoli di consulente aziendale, speaker e formatrice. Attualmente è cultrice della materia in "Organizzazione del Personale e Gestione delle Risorse Umane" presso l'Università Vanvitelli della Campania e relatrice in congressi e workshop su tematiche legate al mondo del lavoro, orientamento, comunicazione, diversity, equity e inclusion.
Nel 2023, è stata riconosciuta come LinkedIn Top Voice in Gender Equity.
In questa intervista, la Dottoressa Loporchio condivide la sua carriera, le fonti d'ispirazione e il suo approccio al successo, inteso come un percorso di sfide e crescita continua. Approfondisce inoltre l'importanza della diversità e dell'inclusione nelle organizzazioni moderne e il ruolo cruciale che la formazione svolge nel promuovere ambienti di lavoro più equi e inclusivi, e nello specifico affronta:
- Esperienza Professionale e Personale
- Chiarimento sul Master DEI di MELIUSform BS
- I risultati e l’impatto
- Visione del futuro
INIZIAMO!
Esperienza Professionale e Personale
Dottoressa, può raccontarci del suo percorso professionale
e come si è avvicinata al tema della Diversity, Equity & Inclusion?
Allora, questa forse è la risposta più complessa perché chi sono io è sempre quando mi chiedono chi sei, dico io sono un kaleidoscopio che può dire tutto e può non dire niente.
Parto dalla domanda… da quando e come mi sono avvicinata alle tematiche della Diversity, Equity & Inclusion, citando un amico e anche vari amici che quando mi incontrano mi dicono...
"ci ricordiamo quando a scuola, chi dalle elementari, che le medie o le superiori, non esisteva proprio che non prendessi le parti di qualcuno e non utilizzassi la parola rispetto con consapevolezza di ciò che stava dicendo e dicevi sempre che nessuno doveva rimanere indietro, che tutte le persone avessero delle possibilità..."
e da lì sono arrivata ad oggi con questo modo di approcciarmi alla vita e di voler sempre tendere una mano, una delle mie caratteristiche è sicuramente che sono una generosa compulsiva e non chiedo mai niente in cambio perché quando si è generosi non lo si deve essere perché poi si ha qualcosa. Però sto imparando e sto apprendendo in questo ultimo periodo, che è anche molto importante dire a se stessi e a se stessa BRAVA e riconoscersi quelli che sono le aree e quindi anche i traguardi che si raggiungono, ultimo ma non ultimo, proprio il coordinamento di questo Master con Meliusform.
Da dove vengo?
Vengo da un milione di anni fa, perché ho 56 anni, e sono laureata in scienze politiche, master in gestione delle risorse umane, prima esperienza di lavoro a 16 anni in una fabbrica di scarpe dove sono stata pagata a scarpe, ma ho anche sviluppato quella che è la mia grande passione, quella di stare a contatto con le persone. Non avrei mai potuto fare un lavoro da dipendente o più che alto, una qualsiasi cosa che fosse ripetitiva perché la creatività è il fatto di potermi svegliare e progettare altro e quello che mi piace di più.
Sono esperta tecnica di Union Camera per quanto riguarda la Certificazione di Parità di Genere e ho una pagina, una newsletter su Linkedin dove sono stata riconosciuta come Linkedin top voices in gender equity, una newsletter di 6.000 persone iscritte che si chiama "diverdì", dove appunto ogni venerdì scrivo tematiche, un po' di quelle che mi riguardano. Sono una giornalista pubblicista e collaboro con l’Edicola, un quotidiano che va anche online, quindi ho anche una divulgazione a livello nazionale e le tematiche del lavoro per me devono riguardare le persone in generale.
Oggi si parla tanto di benessere, di salute mentale, delle persone al centro, ok, ma noi continuiamo a sbagliare nella comunicazione.
A mio avviso, perché ci andiamo a polarizzare su uomini e donne, invece dobbiamo imparare ad ascoltare le persone, perché se parliamo di diversity equity e inclusion, noi dobbiamo cambiare paradigma e dobbiamo dire che oggi parliamo dell'unicità delle persone che abbiamo di fronte. Sono arrivata oggi con un bel bagaglio di esperienza, tantissime conoscenze, una voglia di continuare a fare networking e mettere in condivisione.
Come consulente DEI,
quali sfide ha affrontato nell’implementazione di strategie di inclusione nelle organizzazioni?
Bellissima questa domanda, perché io più che sfida direi le resistenze.
Quando si parla della tematica DEI le aziende dicono: "vorrei fare qualcosa sulla DEI...", benissimo. La questione è che noi ci rivolgiamo, quando parliamo di questo, a persone, alcune, che hanno una grande predisposizione, altre che hanno una grandissima resistenza, altre a cui non frega assolutamente niente, altre ancora che vogliono apprendere. In tutto questo parlare, ci sono aziende estremamente meritorie e che vogliono veramente che si vada una in direzione di miglioramento, altre che, come per la Certificazione di Parità di Genere, che invece vogliono semplicemente mettere un bollino, perché poi gli da engagement, benefici e quanto altro.
Quindi la sfida maggiore è quella che io affronto quotidianamente di far comprendere che non è come mettere un po' di sale o un po' di zucchero dove basta, ma raccogliere quelle che sono le esigenze, le curiosità e anche cercare di calare il tutto nella vita reale, nella quotidianità che tutti quei dipendenti nelle aziende vivono e che magari vorrebbero delle risposte.
Ecco, li credo che il mio approccio sia l’approccio vincente.
Può spiegarci l’importanza della Certificazione di Parità UNI PdR 125:2022
e come supporta le aziende nel percorso verso la parità di genere?
La certificazione di parità di genere per me è un primo passo.
La condivido fino ad un certo punto, nel senso che se è l'inizio per andare a scardinare tutti quei meccanismi che vedono, le donne ad un gradino in basso, ce lo dicono le statistiche, non lo sto dicendo io perché sono donna e mi riconoscono nel genere femminile, ma ce lo dicono le statistiche, le donne non ricoprono i ruoli appicali, le donne guadagnano di meno, le donne molto spesso richiedono il part-time, il lavoro di cura della famiglia a 360°, pensiamo non solo ai figli ma anche ai caregiver è dato alle donne e così via.
Ora, fatto cento di questo, la Certificazione di Parità di Genere è vero che si polarizza sulla presenza delle donne all'interno dei contesti aziendali e quelli che sono le aree di miglioramento, una valorizzazione di conciliazione del tempo di vita-lavoro, volta soprattutto in quello che è una valorizzazione della genitorialità.
E a volte tutto questo po' creare delle discriminazioni con una sacca di persone che magari non hanno nè voglia, nè hanno intenzione, hanno deciso di scegliere altro, stare singol, vivere in modo diverse, non avere figli. Detto questo, la Certificazione di Parità di Genere per le aziende è una grande opportunità per sistematizzare quelle che sono delle procedure meritorie che hanno già al loro interno, penso in una flessibilità oraria di ingresso e di uscita che viene data indipendentemente dal fatto che poi sia formalizzata per iscritto, al contempo, deve essere un riconoscimento di quelli che sono dei processi di cambiamento, culturale e strutturale, altrimenti, la Certificazione di Parità di Genere è un bollino che viene messo e fare tanto degli epic-fail è la cosa più facile del mondo, lì dove si dice " noi crediamo nel valore della parità e poi magari si fa una bella fotografia dell'azienda dove sono tutti quanti uomini e presenti solo due donne".
Questo non va fatto. La comunicazione ha una responsabilità altissima nel cambiare il modo di approcciarsi.
Qual è stato il momento o l’esperienza chiave nella sua carriera che l’ha spinta a diventare
Coordinatrice Scientifica del Master in DEI?
Come se fosse stato un percorso naturale, ne ho parlato. Avevo già voglia di realizzare un qualcosa che avesse questo taglio e soprattutto farlo con una struttura che avesse un'ottima brand reputation.
Ci tengo molto perché essere etici, essere corretti, essere rispettosi, non vuol dire solo rilasciare un’intervista, ma vuol dire anche incontrarsi con le persone, riconoscersi e andare anche a creare delle unioni che siano valoriali.
Questo Master, io lo avevo in testa da tanto tempo, con terminate caratteristiche e specifici. Quindi nel mio avere tanti capelli, come dice Bono nella mia testa, c'era anche quello di poter coordinare e poter anche creare un'evoluzione, man mano.
Di un qualcosa che fosse unico nel suo genere, che non vuol dire essere migliore o peggiore degli altri ma essere unici, e quindi il metterlo a terra, scriverlo, gestire anche quelle che sono le argomentazioni che sono all'interno, è una cosa che continua a darmi una gioia infinita in un contesto come quello di MELIUSform in cui ho trovato l'abito giusto, come si dice, l'ambito su misura, sul quale poter lavorare e aggiustare li dove, come quando ci si ingrassa o si dimagrisce, è esattamente la stessa cosa, al variare delle cose si possono variare tutte le varie specificità.
Chiarimenti sul Master in Diversity, Equity e Inclusion
Quali sono le peculiarità del Master in DEI di MELIUSform Business School
rispetto ad altri percorsi formativi simili?
Benissimo, il taglio totalmente pratico, quindi chiunque ha partecipato o parteciperà al Master con Meliusform di cui sono coordinatrice, orgogliosissima di questo, avrà strumenti pratici.
Ogni tematica, penso alla Certificazione di Parità di Genera a questo famoso e fantomatico sistema di gestione, complesso ma che viene visto, viene affrontato, viene messo in pratica come la UNI PdR, vengono svilluppati quelli che sono i documenti, come si scrive una policy, che non è copia in colla. Si possono avere dei modelli di riferimento, oggi, per scrivere si abbiamo l'intelligenza artificiale che ci aiuta, ma noi stiamo parlando di qualcosa che va ad impattare su persone all'interno di un contesto aziendale.
Quindi tutto questo può essere un supporto, può essere un canovaccio, all'interno del quale però andare a mettere i giusti colori, le giuste sfumature, un’azienda per quanto possa avere lo stesso contesto, numero dipendenti, trovarsi nella stessa città, svolgere lo stesso identico lavoro... è completamente diversa una dall'altra, e questa è la diversità e l'unicità del master di MELIUsform, trattare tematiche che, sicuramente, si possono trovare anche in altri master, ma con un approccio che è completamente diverso.
I miei colleghi e le colleghe che sono dei docenti, ma che sono soprattutto degli amici e delle amiche, presenti all'interno del master, dal primo momento hanno abbracciato proprio questo.
Quindi ok, si teoria per contestualizzare, perché è molto importante, ma mettiamo tutto in pratica e soprattutto poniamoci delle domande alle quali insieme dare e fornire delle risposte.
Quali sono gli obiettivi principali che
il Master si propone di raggiungere per i partecipanti?
Che riescano a mettere immediatamente in pratica nelle aziende o anche, diciamo, chi vuole cambiare o vuole aggiungere qualcosa al proprio bagaglio culturale, quelle che sono le tematiche che apprendono.
Porto un esempio: persone che partecipano al master, che lavorano nelle aziende, magari proprio nel settore o a stretto contatto con la divisione DEI oppure che si occupano anche della parte cinque e della sostenibilità, perché sappiamo che comunque abbiamo un’Agenda 2030 che ci vede impegnati tutti e tutte in questa direzione.
Ecco, queste persone al termine del master non ritorneranno in azienda solo con un aver partecipato al master “X”, NO, avranno anche la possibilità immediatamente di riconoscere quello che è stato detto nel master per poterlo mettere in pratica.
È un po' un modello che secondo me, se seguissero tutte le università italiane, creerebbe molti meno problemi ai laureati e alle laureate che noi abbiamo. Quindi è un saper fare, questa è la grande differenza di questo master rispetto a gli altri.
Che ruolo giocano i casi pratici, i project work e le testimonianze aziendali
all’interno del percorso formativo?
Se dovessimo pensare ad una percentuale 70%.
Non voglio dire l’80%, perché poi sennò sembra che faccia la sborona, no, il 70% conta su questo.
E una cosa bella è il patto da aula, che stottoscrivo io stessa andando in aula il primo giorno. E' quello che tutti i partecipanti possono porre domande in qualsiasi momento. Quindi al termine di ogni lezione, chiederemo a tutti i corsisti di dare immediatamente un feedback anche di aspettative, di che cosa vorrebbero che si trattasse magari di più o di meno perché noi dobbiamo creare una community, una community di persone che credono veramente in quello che vanno ad affrontare, che vogliono riportare e mettere in atto questi cambiamenti.
Essere delle persone nella quotidianità che possono con il loro esempio, far sì che si divulghi sempre di più la logica del rispetto.
Il Master sappiamo che è un percorso rivolto anche a chi desidera diventare
“DE&I Manager” o “DE&I Specialist”,
ma come si possono raggiungere queste specializzazioni di ruolo professionale?
Inazitutto sono orgogliossissima di questo, mi emoziona moltissimo rispondere a questa tipologia di domanda perché CEPAS, società del Gruppo Bureau Veritas, una delle più grandi società di certificazione che ci sono, ha già rilasciato il suo parere favorevole per qualificare il master come percorso idoneo alla preparazione dell’esame, per la Certificazione di Competenza di queste nuove figure professionali, quindi DE&I Manager e DE&I Specialist come da prassi, non solo un UNI/PdR 125:2022 e UNI ISO 30415:2021.
Quindi il Master consente un più agevole superamento dell’esame per diventare
"DE&I Manager” o “DE&I Specialist"?
Esatto, una volta superato l’esame, il partecipante o la partecipante avrà una certificazione di terza parte indipendente con inscrizione ad un registro pubblico, CEPAS in qualità di DE&I manager o DE&I specialist.
I risultati e l'impatto
Può condividere esempi di come i partecipanti al Master hanno applicato le competenze acquisite
nelle loro realtà lavorative?
Assolutamente sì, ed è bellissima questa cosa, perché i partecipanti al master devo dire già in corso d'opera, però soprattutto dopo, hanno continuato ad inviarmi quelli che erano i grandi cambiamenti che stavano mettendo in atto, ponendo domande, cercando anche proprio di fare rete.
Da qui anche l'idea di creare una sorta di comunity di tutte quante le persone che continuano a partecipare a questo master con MELIUSform, perché questo fa si che le persone non si sentano sole, che non debbano affrontare eventuali dubbi, criticità e incertezza che possono venire fuori da sole.
In particolare un partecipante, una partecipante che stavano anche sviluppando, che metteranno pienamente appunto quest'anno, tutto un percorso sulla sostenibilità, hanno trovato estremamente utile andare ad affrontare dalla A alla Z, quello che è proprio il percorso di come fare a superare, bias e stereotipi, far sì che tutte le persone all'interno del contesto aziendale si sentano liberi di esprimersi, perché parliamoci chiaramente... è un po' come quando i nostri usano gli acronimi, DEI, sosteniori, oppure D&I o DEI, l'importante che ci sia un cambiamento. Se io parlo di Diversity Equity e Inclusion o di Diversity e Equity, in ogni caso io ho lasciato quello che è la terminologia di cui si parlerà tantissimo ora, che è il belong, quindi in questo senso di appartenenza.
Come posso fare a fare tutto questo? Ecco, le persone che hanno partecipato al Master riconoscono questa valenza. Il fatto che, non è studio questo e poi vedo, o solo vedo dei case history e poi vedo, ma è... approfondisco questo con qualcuno con cui confrontarmi, e soprattutto poi dopo non sono da solo, non sono da sola e vedo i miglioramenti nella mia quotidianità.
Quali sono i feedback più comuni che ricevete dagli ex-studenti
e dalle aziende che li hanno accolti?
Dalle aziende che li hanno accolti... questo sempre riporto, logicamente quello che mi dicono gli ex-studenti e le ex-studentesse, le aziende dicono, ne è valsa la pena, perché dobbiamo dircelo, non lo diciamo ad alta voce ma non sempre le aziende sono molto felici che i loro dipendenti seguano dei master, dei corsi di formazione, perché dicono: "è la stessa cosa, una perdita di tempo, devi lavorare, lavorare, lavorare..." e invece poi quando vedono che i risultati di quello che è un sacrificio, comunque perché le persone dedicano del tempo, rinunciano a parte del loro tempo, magari anche del loro tempo libero per frequentare un master e pprofondire tutto quanto, quando vedono che invece poi ritornano in azienda e riescono ad avere una fotografia, una visione molto più chiara, ne sono estremamente felici, quindi poi dopo una cosa molto importante è il passaparola, è il feedback di bravo, brava, ne valeva la pena.
Visione del futuro
Secondo lei, quali sono le competenze o gli strumenti più richiesti oggi dai professionisti DEI,
e come il Master risponde a queste necessità?
Allora, le competenze che vengono richieste al professionista della DEI sono:
prendere tutto quello che si conosce, tutto quello che si sa, BUTTARLO, rimettersi in discussione, ritornare ad essere umili, avere una grande creatività, una capacità di ascolto, una capacità di apprendimento come il "LIFE FOR LEARNING", cioè continuamente essere lì pronti e pronte ad apprendere e soprattutto a capire che non c'è mai qualcosa di sbagliato a meno che non si violano, o violino completamente, i diritti, le libertà di altre persone, che si può non sapere qualcosa, e alzare la mano e domandare, è la cosa principale e che all'interno di questo master le mani alzate e o i microfoni aperti o tutto quello che è l'interazione è il grande punto di forza, per cui un professionista che si vuole occupare di queste tematiche e le vuole approfondire ancora di più, deve sapere di dover studiare con un bagaglio che si porta già di suo, perché lo siamo tutti e lo siamo tutte, pieni di pregiudizi, di bias, di stereotipi che vengono dalla storia, da sempre anche dal nostro contesto familiare e dire "ok, io fino ad ora ho fatto così, come posso fare meglio? mettersi in discussione!"
Come vede l’evoluzione della figura professionale esperta in DEI nei prossimi anni
e quale sarà il contributo del Master in questo contesto?
Il contributo del master in questo contesto è di formare delle persone che siano maggiormente consapevoli di chi sono, qual è il loro ruolo strategico e soprattutto riuscire ad avere una visione prospettica di quelle che sono le sfide del futuro.
Sappiamo bene quello che sta succedendo negli Stati Uniti, una cosa che era già partita dall'anno scorso, e che sta avendo semplicemente una accelerazione con la presidenza Tramp, quindi l’abolizione totalmente di tutte quelle che sono le politiche che riguardano la diversity, equity e inclusion, gente deportata, scene che non avremmo mai voluto rivedere nella nostra vita e che ci richiamano alla memoria cose che sono veramente molto tragiche.
Noi viviamo in un contesto, qual'è quello dell'Italia che è un contesto carrozzone, dove poi andiamo avanti a mode e trend, o quello che sia.
Ora è compito nostro, e all'interno del master verrà ampiamente sottolineato, cercare di non banalizzare il tutto, di andare ad alimentare quelli che sono dei vecchi retaggi che non sono mai morti.
Il valore e il riconoscimento delle persone deve essere il focus principale, il linguaggio non è un qualcosa che può essere o messo da parte o dire “vabbhe ma tanto cosa vuoi che sia?”. Invece sono le basi proprio su cui andare a costruire delle politiche all'interno dei contesti aziendali, ma anche della nostra vita quotidiana, che possono fare la differenza.
Altrimenti le aziende si troveranno ad un certo punto con persone che se ne andranno, loro diranno che non vogliono lavorare e invece se ne staranno andando perché non sono neanche considerate persone.
Un sincero ringraziamento alla Dottoressa Loporchio per la sua disponibilità.
Andiamo avanti insieme e facciamo la differenza!!
Ultima modifica il 31/01/2025
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