La figura del controller nelle PMI:
chi è e di cosa si occupa il controller
Controller e PMI
Gestire un’azienda significa guidarla verso il raggiungimento degli obiettivi. Lo scopo del controllo è quindi quello di creare un sistema di autoregolazione aziendale in modo tale che, attraverso le dovute modifiche ed aggiustamenti, si riescano ad ottenere i risultati prefissati.
Troppo spesso però il controllo di gestione è stato confuso con la contabilità, invece parliamo di un controllo direzione, il quale rappresenta il processo per mezzo del quale i manager aziendali, si assicurino che le risorse siano ottenute ed utilizzate efficacemente ed efficientemente per il raggiungimento degli obiettivi strategici. Parliamo quindi di una branca fondamentale in ambito aziendale, nella quale vengono definiti determinati i punti di equilibrio, necessari per prendere le decisioni future.
È appurabile che si tratta di un compito di notevole importanza, nel quale occorre:
- Una corretta tenuta della contabilità ordinaria;
- Una capacità tale da riuscire a rilevare con tempestività i fatti aziendali;
- Avere in possesso dati veritieri.
Ad oggi però, la maggior parte delle PMI in Italia, faticano ad associare alla parola “controllo” un insieme di stime, reports ed analisi per i quali sono necessari investimenti notevoli in strumenti di calcolo e personale.
Diventa quindi di fondamentale importanza la presenza della figura del Controller all’interno di qualsiasi PMI, in quanto esso si occupa di gestire tutti i flussi informativi provenienti dal centro elaborazioni dati e quindi tenere monitorate le performance aziendali e supportare i manager nel processo decisionale e nella pianificazione strategica.
Possiamo quindi affermare che il Controller è colui che si occupa di progettare, realizzare e condurre un sistema di controllo di gestione, il quale include:
- la contabilità analitica;
- la pianificazione strategica;
- i budgets;
- la raccolta dati e consuntivazione;
- i reports;
- le analisi degli scostamenti;
- il calcolo del costo del prodotto o del servizio;
- l’analisi finanziaria.
Diversi invece sono gli obiettivi, i quali si possono riassumere in:
- Definire le strategie, che consentano di verificare in anticipo se la gestione si svilupperà secondo le linee direttrici del piano strategico;
- Elaborare i piani;
- Prevedere le performance;
- Verificare sistematicamente l’analisi degli scostamenti e quindi osservare la validità del programma di gestione;
- Prendere decisioni e quindi assumere adeguati provvedimenti correttivi nell’eventualità di disfunzioni gestionali.
Nonostante ciò, purtroppo si tratta di una figura, nella maggior parte dei casi, troppo poco valorizzata all’interno di un contesto aziendale delle PMI, anzi in alcuni casi non è nemmeno presente.
D'altronde, il tempo e gli investimenti necessari per implementare determinate tecniche di controllo di gestione, per formare adeguatamente il personale e quindi arrivare ad avere una realtà strutturata, come quella sopra descritta, costituiscono degli ostacoli di una certa rilevanza, in quanto sono elevati e la mentalità imprenditoriale italiana è ancora troppo lontana per quel passo in avanti, mediante il quale non solo gli permetterebbe di ripagare i costi sostenuti nel giro di pochi esercizi contabili, ma il Controller con i giusti strumenti potrebbe far crescere rapidamente un’azienda sotto ogni punto di vista.
Un ulteriore ostacolo è costituito dalla scarsa informatizzazione dei processi, ma che comunque si è ridotta rispetto al passato.
Molto spesso però, le PMI italiane preferiscono gestire autonomamente il proprio contesto aziendale e ciò che più importa all’imprenditore è l’andamento del fatturato, senza ricorrere a professionisti del controllo di gestione, pur non disponendo quindi di strumenti adeguati.
Piuttosto le domande che dovrebbero porsi sono:
- Quanto si sta perdendo o guadagnando vendendo un determinato prodotto o servizio?
- Quali saranno le prospettive del mercato e dei clienti?
- Quanto vale il know-how?
- Quanto si è competitivi rispetto alla concorrenza?
- Quanto utile si dovrà attendere nei prossimi anni?
- Si è grado di investire per cambiare mancia e migliorare il prodotto da offrire?
Infatti, un attento monitoraggio della gestione aziendale, soprattutto relativamente ai costi di gestione, attraverso l’analisi degli indici e dei margini, permetterebbe al Controller, non solo di diminuire gli eventuali sprechi, ma soprattutto di dare vita ad una programmazione e pianificazione sia economica che finanziaria.
Deve essere chiaro però che un sistema di controllo di gestione, non fornisce facili soluzioni da applicare a problemi che si vengono a creare nel corso della vita aziendale, ma:
- Richiama l’attenzione del management sulle aree critiche;
- Contribuisce a motivare i manager che hanno potere decisionale;
- Permette di prepararsi al meglio e reagire rapidamente ai cambiamenti.
Quindi un’impresa che dispone di questo tipo di sistema strutturato, è in grado di far fronte ad eventuali cambiamenti ed agire di conseguenza in modo da evitare il rischio di default.
Alla luce di ciò, a questo punto, è naturale poter affermare che ad oggi, il controllo di gestione è senz’altro uno strumento indispensabile, soprattutto per le PMI italiane per comprendere se l’azienda sta seguendo la giusta direzione.
Infatti questo strumento costringe e obbliga queste aziende, a raccogliere dati precisi sulla loro attività dotandosi di strumenti informatici necessariamente adeguati ad eliminare le inefficienze presenti.
In ogni caso, al giorno d’oggi la PMI, non può più permettersi di ignorare il controllo di gestione se vuole sopravvivere a questo periodo di crisi internazionale, in quanto esso rappresenta anche uno dei sistemi per affrontare la ripresa economica e per poter competere in futuro.
A cura di Andrea Del Zompo (partecipante del Master Executive in Finanza e Controllo)
Questi ed altri temi sono affrontati nei Master dell'area Amministrazione Finanza e Controllo.
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