La Social Organization
Cosa cambia nelle organizzazioni "social"
:: A cura della Redazione Scientifica MELIUSform ::
Nell’ultimo decennio, la presenza di strumenti digitali e dei social media si è progressivamente consolidata all’interno del communication mix delle aziende; a cambiare tuttavia non sono stati solamente gli strumenti impiegati, ma anche le modalità d’interazione con i clienti, i dipendenti, e tutti gli stakeholder dell’impresa in generale.
Già nel 2006, Andrew McAfee, professore alla Hardvard Business School, aveva coniato il termine Enterprise 2.0 per definire“l’uso di piattaforme di social software in modo emergente all’interno delle società o tra le società ed i loro partner e clienti”.
Oggi, parlando di Social Organization si vuole, invece, indicare le organizzazioni nelle quali la creazione del valore e del vantaggio competitivo dipendono fortemente dall’utilizzo dei social media, che favoriscono quella che in letteratura viene chiamata “mass collaboration”, ovvero il lavoro collettivo di persone, anche lontanissime fisicamente (qui avevamo parlato di smart working).
Il concetto di Social Organization si basa, quindi, sull’utilizzo partecipativo dei social media all’interno delle imprese, favorendo la creazione di community connesse in rete, che a loro volta consentono di lavorare con maggiore efficienza.
Quindi, all’interno delle organizzazioni aziendali, è il punto di vista a cambiare: non è più l’attività lavorativa che determina l’organizzazione del lavoro ma è la relazione ad organizzare le community. La social Organization valorizza un concetto molto antico della sociologia per cui le persone sono esseri sociali per natura, che comunicano e creano delle comunità.
Guardando alla Social Organization da questa prospettiva, possiamo affermare che nel contesto aziendale, questa nozione non fa riferimento solamente alla tecnologia, poiché, il passaggio da un’organizzazione di stampo tradizionale ad una Social Organization comporta anche il far propri i valori di condivisione, vicinanza e cooperazione, e non solamente una riorganizzazione delle politiche e degli strumenti di comunicazione e relazione con l’ambiente, sia interno che esterno.
Pertanto nelle organizzazioni che desiderano divenire “social”, a cambiare, devono essere i modelli culturali, gestionali e di leadership. È necessaria una sensibilizzazione all’uso dei social media e degli altri strumenti digitali che faccia della diffusione del valore della collaborazione il proprio scopo, illustrando, alle persone che fanno parte dell’azienda, i benefici che si traggono dal lavorare in maniera cooperativa.
Divenire social: la Gestione delle Risorse Umane
La Direzione delle Risorse Umane, oltre ad attuare essa stessa dei mutamenti nel suo modo di operare (in ottica di Social HR), svolge un ruolo chiave nella trasformazione in Social Organization, poiché deve adempiere alla specifica funzione di “educazione al cambiamento”, attuando delle politiche di change management volte alla formazione e al re-indirizzamento ai nuovi valori organizzativi del lavorare connessi e interconnessi. Una gestione efficace del cambiamento, comprende l’implementazione di strategie volte allo sviluppo di una visione condivisa del cambiamento stesso, in cui tutte le risorse aziendali siano coinvolte attivamente. Solo così è possibile riallineare le azioni degli individui con i nuovi obiettivi dell’impresa, mantenendo alto il livello di motivazione e di senso di appartenenza; l’interiorizzazione, da parte delle persone appartenenti alla struttura aziendale, del cambiamento e delle ragioni che lo hanno portato, è alla base del successo delle politiche di change management. Guidare al cambiamento significa infatti supportare le persone nel passaggio da un contesto del quale conoscono le regole, ad uno ignoto. Per questo motivo è importante infondere fiducia, ottimismo ed entusiasmo.
Divenire social: quali vantaggi
In una Social Organization la figura dell’HR Manager si avvicina a quella del Community Manager; aumentano le opportunità di sviluppo delle competenze interdisciplinari attraverso la maggiore condivisione dei saperi e delle conoscenze tra le persone, potenziando, in questo modo il know-how dell’intera organizzazione; la comunicazione interna viene ottimizzata e cambia, inoltre, la capacità di accesso alle informazioni: le community pongono le persone sul medesimo piano, permettendo di superare i classici modelli top down e bottom up, nei quali le comunicazioni avvengono verticalmente, in favore di un modello flat, nel quale la propagazione delle informazioni avviene orizzontalmente, senza gerarchie.
Anche nel panorama italiano cresce il numero delle aziende che avvertono il bisogno di promuovere una cultura collaborativa trasformando la propria impresa in social organization. In quest’orizzonte si fa spazio anche la necessità di competenze HR maggiormente “social”.
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