L'importanza della formazione continua in azienda

Perché è importante fare formazione in azienda?

La formazione aziendale prevede una serie di interventi mirati ad aumentare le competenze degli individui. Questo favorisce ovviamente il raggiungimento degli obiettivi dell’azienda. In un mercato del lavoro in continua evoluzione le aziende competitive sono quelle che riconoscono l’importanza di sviluppare le proprie risorse attraverso la formazione. Ovviamente il tipo di formazione che un’ impresa propone deve andare di pari passo con l’evoluzione dell’azienda stessa.

In questo senso avere un team all’interno della società che si occupa di formazione è sicuramente garanzia di successo.

Fare formazione in azienda ha molti risvolti positivi. Grazie all’aumento delle competenze dei dipendenti l’azienda vede crescere la propria produttività. Inoltre è risaputo che un lavoratore garantisce un miglior risultato se viene inserito in un ambiente motivante. Siamo infatti immersi in una società piena di stimoli e quindi siamo naturalmente portati ad apprendere nuove nozioni. La formazione stimola i dipendenti a crescere, ad acquisire maggiori competenze e a svolgere nel migliore dei modi il proprio lavoro. Data la complessità del processo formativo questo porta con sè alcune criticità, che elenchiamo qui di seguito:

  • Eterogeneità dei partecipanti. La situazione ideale è quella in cui ci sia una coerenza tra i partecipanti. Se ci sono quindi esigenze diverse all’interno del gruppo bisogna tenerne conto in fase di progettazione e diversificare le proposte, se possibile.
  • La troppa rigidità o la troppa flessibilità del percorso formativo allontanano dal risultato perchè potrebbero generare scarso interesse nei partecipanti.
  • Scelta sbagliata dei formatori. Reclutare persone sbagliate potrebbe compromettere il risultato dell’intera formazione.

Quando si parla di formazione aziendale un modello molto utile da poter seguire è sicuramente il Modello 70%-20%-10%. Dove il 10% comprende un’attività più strutturata e tradizionale basata su corsi di formazione, un 20% che arriva dall’interazione con esperti e colleghi che permettono alla persona di imparare interagendo con persone qualificate e, infine, la parte di esperienza attiva che è importante occupi il 70% del processo.

Che cos’è il Mentoring? Quando e come usarlo in azienda?

Il mentoring è una metodologia di formazione. Consiste nell’affiancare ad un soggetto con poca esperienza, per esempio una persona appena assunta, uno con molta più esperienza. Il mentoring è quindi un metodo formativo basato sul rapporto tra un Mentor ed il suo allievo (mentee), con lo scopo di aiutare quest’ultimo a sviluppare le competenze richieste per il ruolo che deve ricoprire. Non è solo questo lo scopo del mentoring; aiuta infatti il mentee a integrarsi nella realtà aziendale e le aziende ad diminuire il tasso di turnover.

Come usare il mentoring in azienda?

Prima di tutto per somministrare un piano formativo di mentoring bisogna individuare un bisogno o un tema sul quale si vuole costruire un programma e che questo sia in linea con la mission aziendale. Il secondo step si riferisce all’approvazione del percorso formativo da parte del team manageriale e, in particolare, dai membri senior. Il terzo punto, invece, è relativo alla comunicazione dei tempi e della programmazione. I protagonisti devono essere informati con anticipo delle tempistiche del percorso in modo da poterle modificare in anticipo. Come già detto, il mentoring “classico” avviene per ampliare e migliorare le competenze di un dipendente junior, grazie all’affiancamento di uno senior, con lo scopo di costruire un avanzamento professionale. Ciononostante, questo tipo di formazione può essere usata anche per altri obiettivi. Ad esempio si potrebbe voler migliorare il networking e la condivisione delle conoscenze tra i dipendenti della propria organizzazione per migliorare l’emissione e la ricezione dei feedback. Un altro aspetto potrebbe riguardare la pianificazione della successione. L’azienda potrebbe trovarsi nel punto in cui alcune figure chiave dovranno essere sostituite (ad es. anzianità) e necessita che le loro competenze ed esperienza siano trasferite a quei dipendenti che in futuro ricopriranno quelle posizioni. Legato a questo ultimo tema, c’è quello della retention. Il mentoring si è dimostrato un ottimo deterrente del turnover, perché i dipendenti senior trasmetteranno la cultura dell’organizzazione, il legame con essa e, quindi, i mentee si sentiranno valorizzati e motivati a farne parte. Infine un’altro punto può essere quello di promuovere la diversità. Se sono presenti nell’organizzazione diverse generazioni, culture e di genere, una soluzione per aumentare la sensibilità di queste tematiche potrebbe trovarsi in un percorso formativo di mentoring.

Per quanto riguarda la somministrazione, il mentoring contiene diverse modalità:

  • faccia a faccia è la modalità più usata, dove sul campo il mentor affianca il mentee.
  • E-mentoring è una modalità, il cui uso, è in crescita. Viste le poche ore in cui il mentor può dedicare al mentee la modalità offline è sicuramente, a livello di tempo, quella che ne occupa meno. Il mentor può caricare su una piattaforma online il materiale che il suo allievo può recuperare nei momenti che desidera. In più se consideriamo che molte grandi aziende hanno più sedi sparse nel mondo potrebbe essere un’opportunità per  alcuni giovani assunti di ricevere una formazione da parte di figure senior di un’altra sede.
  • Blended Mentoring è un mix delle prime due. In base al ruolo per cui si sta applicando questo processo formativo per alcune tematiche il mentor potrebbe caricarle online sulla piattaforma aziendale e per altre, invece, concordare con il mentee un approccio sul campo fianco a fianco.

E’ evidente che la scelta del mentor diventa essenziale. Il mentor dovrebbe essere una persona di successo, rispettato e che approvi a 360° la cultura aziendale. Inoltre, questa figura dovrà essere disponibile ad investire del tempo, condividere le proprie conoscenze, supportare e sostenere il mentee. Una soft skill che, quindi, non può mancare da parte del mentor è l'empatia. Nonostante ciò, queste due figure dovranno instaurare e mantenere un rapporto professionale, in cui la riservatezza e la fiducia, saranno fondamentali.

Qual è la differenza tra mentoring e reverse mentoring?

Il Reverse Mentoring è sempre un metodo di formazione e riguarda una relazione di aiuto e uno scambio di competenze. A differenza del mentoring tradizionale, il mentor è un giovane tipicamente con meno esperienza, ma con una forte competenza digitale e aiuta il suo mentee (una persona più senior) a familiarizzare con la tecnologia.

Si pensa che l'ex CEO della General Electrics ossia Jack Welch ad aver avviato il primo programma di Reverse Mentoring nel 1999, quando chiese a 500 dei suoi top manager di trovare dei giovani impiegati che potessero spiegare loro come usare internet. La nascita di nuove tecnologie ha portato con sé un gap di conoscenze e comportamenti efficaci nell’utilizzo delle stesse tra i giovani e i dipendenti più senior. Solitamente chi ha più esperienza dovrebbe essere capace di affrontare un problema con maggiore efficacia, potendo contare sulle competenze acquisite durante tutta la carriera professionale. I senior di oggi, tuttavia, devono necessariamente accettare il fatto di studiare e sperimentare innovativi strumenti digitali, spesso fondamentali per affrontare le sfide delle organizzazioni.

Le competenze digitali dei giovani e l’esperienza del senior, nel reverse mentoring, si incontrano al fine di accrescere in entrambi la consapevolezza del mondo circostante. La cultura del mondo digitale, quella in cui gli under 35 e addirittura gli under 20 sono nati, viene trasmessa ai senior. Questi a loro volta accrescono nei giovani la visione della realtà lavorativa, vista da chi ha anni di attività e molti traguardi raggiunti.

Quali sono i vantaggi di usare il reverse mentoring aziendale?

Il reverse mentoring ha molti benefici personali e aziendali, e può creare un vero impatto duraturo all'interno di un'azienda. Quando si tratta di programmi di mentoring sul posto di lavoro, possono essere utilizzati per sostenere varie aree di impatto aziendale, o raggiungere obiettivi aziendali Ci sono diversi modi in cui il reverse mentoring può essere utilizzato all'interno delle organizzazioni, e a volte può essere ancora più efficace del mentoring tradizionale. Aziende del calibro di KPMG, General Electric, IBM, Fidelity, Bain&Company e Adecco Group Italia hanno avuto successo in diverse aree di business grazie ai programmi di reverse mentoring. Dal sostenere iniziative di diversità, al coinvolgere e sviluppare i loro dipendenti laureati.

I benefici del reverse mentoring possono essere sorprendenti: pensiamo all’impatto motivazionale su figure senior che hanno la doppia opportunità di valorizzare la loro esperienza e acquisire nuove competenze digitali dove magari si sentivano più deboli”, spiega Monica Magri, HR & Organization Director di The Adecco Group Italia in un articolo pubblicato nella rivista Forbes. “Essere in prima linea nel trasferimento delle proprie competenze alle nuove leve significa rimettersi in gioco, consolidare il proprio ruolo e la propria expertise ottenendo anche maggiore visibilità. Dal punto di vista aziendale, questo scambio permette una maggiore integrazione e favorisce la diffusione “liquida” di conoscenza ed esperienza, attenuando il senso di competizione intergenerazionale. In un’ottica di long life learning, la metodologia del reverse mentoring diventerà sempre più centrale perché rappresenta un efficace strumento interno per il reskilling individuale e dell’organizzazione”.

Un altro esempio Pershings, ha registrato un tasso di ritenzione del 97% della sua forza lavoro millenaria dopo un programma di reverse mentoring. Con il 49% dei millennial che dichiarano che lascerebbero il loro lavoro nei prossimi due anni se potessero scegliere, la ritenzione è naturalmente una sfida chiave per molte aziende. Il reverse mentoring può quindi offrire una soluzione efficace. Oltre ai benefici organizzativi, il reverse mentoring è un modo potente per costruire connessioni umane e per costruire connessioni umane e comunità all'interno di un'azienda. Attraverso il mentoring e il reverse mentoring in Marks & Spencer, molti dipendenti senior sono sia mentori che mentee.

Ulteriori benefici del reverse mentoring includono:

  • Costruire una cultura dell'apprendimento
  • Colmare i gap generazionali
  • Sviluppare le capacità di leadership nei dipendenti più giovani
  • Ritenzione dei millennial
  • Condividere prospettive diverse
  • Sostenere l'inclusività
  • Sviluppare le capacità di comunicazione
  • Sviluppare la fiducia in se stessi e la consapevolezza di sé

Conclusioni

Scopo di questo nostro articolo era quello di far emergere l’importanza della formazione continua in azienda. Riteniamo che sia di fondamentale importanza per la società la formazione dei dipendenti in modo che questi siano motivati a rimanere all’interno dell’azienda. In particolare abbiamo voluto in questa sede approfondire una delle tante modalità di processo formativo. In conclusione comunque vogliamo sottolineare che qualsiasi forma di formazione un’azienda decida di adottare in base alle proprie esigenze è sicuramente un punto di forza per l’impresa stessa; importante per il dipendente per sentirsi motivato e integrato nel contesto lavorativo e per l’azienda stessa per poter raggiungere i propri obiettivi ed essere sempre competitiva in un contesto come quello odierno, in continua trasformazione.

Sitografia

  • https://www.mosaicoelearning.it/blog/il-modello-702010-ricetta-dellapprendimento-di-successo/
  • https://www.insperity.com/blog/reverse-mentoring/
  • https://www.guider-ai.com/blog/reverse-mentoring-guide
  • https://forbes.it/2019/06/10/reverse-mentoring-l-empowerment-dello-sviluppo-intergenerazionale/
  • https://www.skilla.com/reverse-mentoring-scambio-di-competenze-tra-nativi-digitali-e-senior/
  • https://blog.cornerjob.com/it/reverse-mentoring-azienda/
  • https://www.aidp.it/hronline/2017/11/18/mentoring-e-reverse-mentoring.php
  • https://bemymentor.eu/i-3-passi-per-avviare-bene-un-programma-di-mentoring
  • https://www.slideshare.net/LENFormazione/mentoring-aziendale
  • https://www.risorseumanehr.com/blog-hr/il-mentoring
  • https://www.risorseumanehr.com/blog-hr/il-mentoring
  • https://www.eduforma.it/mentoring-aziendale-cose-e-a-chi-serve/
  • https://www.axepta.it/formazione-aziendale-come-farla-e-vantaggi/
  • https://www.officeadok.it/formazione-in-azienda-perche-e-importante/
  • https://www.cfaonline.it/perche-fare-formazione-aziendale/#:~:text=maggiore%20produttivit%C3%A0%20delle%20persone,coinvolgimento%20alle%20attivit%C3%A0%20di%20impresa

​A cura di C. Serban, L. Cenesi, F. Varotto (partecipanti dell'Executive Master in Risorse Umane

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Ultima modifica il 26/05/2021

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