PLACEMENT: TRA MITO E REALTA’.
Il Servizio Placement è presente in quasi tutte le Università pubbliche italiane, nonché in molti enti di formazione privati, alle volte denominato con il nome di “Career Services”. E’ un servizio che può essere offerto in formula gratuita, soprattutto nelle Università, oppure a pagamento. In questo articolo intendiamo dare una definizione chiara del servizio, in quanto molto spesso le aspettative di chi partecipa superano, alle volte in maniera immotivata, le attività contemplate dal servizio stesso. Da una recente ricerca condotta dai redattori del blog di Master Journal è emerso un dato interessante: il 72% delle persone intervistate (donne ed uomini tra i 20 ed i 35 anni, in cerca di un’occupazione) alla domanda “Cosa ti aspetti da un Servizio Placement o Career Services?” hanno risposto che si aspettano di trovare una nuova occupazione, preferibilmente non in stage. Una considerazione legittima, ma che ci ha portato a fare una riflessione: la contingenza attuale del mercato del lavoro, ha determinato una forte sfiducia nel processo di ricerca di un’occupazione; allo stesso modo non è possibile affidare totalmente quest’attività ad un soggetto terzo. Prima di tutto condividiamo la definizione Servizio. Il Placement: non si tratta di un percorso di “collocamento”, ma di “accompagnamento” nel mercato del lavoro. E’ una differenza sostanziale. Il Placement offre una serie di attività, a seconda dell’ente promotore, a servizio di chi necessita di un supporto per l’ inserimento efficace nel mercato del lavoro.
L’aggettivo efficace è da tenere in forte considerazione: molto spesso succede che le persone in cerca di lavoro, si abbandonino all’invio “meccanico” dei cv,senza riflettere su quale strategia attuare per investire “meno tempo” ed ottenere un risultato migliore. Solitamente le attività offerte da un Servizio Placement o Career Services si riferiscono agli strumenti di presentazione: restyling del proprio curriculum professionale, la redazione di una lettera di presentazione e la gestione efficace di un iter selettivo (assessment, colloquio motivazionale ecc.). Le attività elencate sono le principali e costituiscono mediamente ciò che gli enti di formazione offrono, unendo anche il supporto nella veicolazione del curriculum per posizioni in linea. Nelle Università, invece, l’unica attività offerta, se non sono presenti progetti specifici, è la veicolazione del profilo presso le aziende convenzionate sulla base delle loro esigenze. Per questo tipo di Servizio, gli enti di formazione non richiedono un corrispettivo economico, perché viene compreso nel percorso di formazione svolto presso di loro. Allo stesso modo anche le Università, al termine del percorso accademico effettuato, offrono gratuitamente il servizio di veicolazione. Quando si inizia a pagare un Servizio Placement? Abbiamo incontrato diversi enti di formazione nazionali, che fanno corrispondere al loro Servizio Placement, il pagamento di una somma (in media non si superano i 350 euro). Analizzando l’offerta proposta, la prima cosa evidente che crea una differenza con gli esempi riportati è l’integrazione all’interno del percorso, di alcuni servizi specifici, che richiedono l’intervento di professionisti, quali formatori, psicologi e coachers, che lavorando sotto consulenza fanno pagare a loro volta la prestazione. Perciò quando si è nella fase di scelta di un percorso Placement, sarebbe efficace valutare la qualità dei servizi offerti in riferimento ai soggetti che li gestiscono. Se si decide, al termine di un percorso di formazione specialistico, di investire in un’attività del genere, è meglio orientarsi verso un servizio quanto più completo, al termine del quale si ottiene un posizionamento chiaro del profilo professionale. Sono da privilegiare quei percorsi in cui intervengono figure professionali quali formatori, psicologi e coachers che supportano, attraverso dei test specifici (come ad esempio il FIFTEEN FACTOR QUESTIONNAIRE PLUS, OPPro Occupational Personality Profile e simili) il processo di emersione delle aree di forza e di miglioramento, oltre che strutturare degli incontri frontali per imparare a gestire emotivamente e con professionalità un colloquio conoscitivo. Inoltre, è altrettanto importante curare la social reputation, quindi, affidatevi a professionisti che sappiano indicarvi le giuste strategie di presentazione. A questo si dovrebbe abbinare, o per lo meno è preferibile, un percorso di almeno un mese di tutoraggio per integrare quanto emerso nelle fasi precedenti in un profilo distintivo, oltre che lavorare sulla presentazione efficace di quest’ultimo. Solo con queste fasi intermedie, di analisi e costruzione di un proprio “brand”, è possibile affrontare la fase di veicolazione del profilo in maniera più efficace. Questo aspetto non è da sottovalutare: solitamente quando si pensa al Placement, si pensa all’inserimento in azienda, senza riflettere su come la conoscenza approfondita del proprio profilo professionale sia la vera “arma” efficace per affrontare il mondo del lavoro.
Avete mai investito in un Percorso di Placement?oppure state valutando di farlo? Lasciate tra i commenti le riflessioni sulla vostra esperienza.