Politiche retributive e welfare aziendale
A cura della Dott.ssa Eleonora Benatti e della Dott.ssa Federica Fontana, partecipanti dell'Executive Master in RISORSE UMANE
Quando si parla di politiche retributive (o Total Reward) spesso ci si sofferma solo sulle questioni relative alla mera retribuzione economica, ma sebbene questa sia una questione di indubbia importanza, le attività di Compensation & Benefits comprendono molti altri aspetti legati ad un buon sistema di incentivazione.
Il Total Reward, infatti, è uno strumento strategico che comprende tutti gli investimenti che un’organizzazione fa verso la propria forza lavoro, offrendo una scelta su diverse offerte di ricompensa, con l’obiettivo di incoraggiare il coinvolgimento dei dipendenti, migliorando anche il rapporto col proprio datore di lavoro e, di conseguenza, incrementare le loro performance.
Le attività che includono le politiche retributive possono comprendere diversi aspetti, quali la compensation (retribuzione fissa e variabile), il talent and performance management (processo di cambiamento continuo che fornisce alle persone la giusta motivazione e i giusti stimoli per lavorare al meglio delle proprie capacità), il miglioramento dell’ambiente di lavoro (clima organizzativo, work-life balance e ambiente fisico) e piani di welfare aziendale (l’elemento chiave del welfare è l’idea che il benessere individuale del lavoratore possa avere un forte impatto sull’azienda stessa in termini di aumento del livello di fidelizzazione e miglioramento del clima aziendale).
Le politiche retributive, dunque, sono una leva efficace per coinvolgere e motivare le persone a migliorare le proprie performance, anche se ancora oggi la maggior parte delle aziende tende a non utilizzare tutte le leve del Total Reward. Forse, lo strumento più utilizzato è quello del welfare aziendale, dove con il termine “welfare” (che deriva da “to fare well”, equivalente al concetto italiano di “benessere”) si vuole indicare quell’insieme di incentivi, servizi ed azioni finalizzate al miglioramento del clima aziendale ed al benessere personale e professionale di ogni singolo lavoratore.
Infatti, negli ultimi anni, si è assistito ad un notevole incremento dei sistemi di welfare aziendale, che si è affermato sempre di più nella pratica delle organizzazioni come uno strumento che va di pari passo con l’aumento della produttività d’impresa, nella misura in cui un lavoratore appagato e sereno è un lavoratore che svolge le proprie mansioni con maggior impegno e dedizione.
Infatti, per le aziende, adottare politiche di welfare significa riconoscere l’importanza del benessere del proprio team di lavoratori come primo e fondamentale passo per una crescita sana e duratura e questo inevitabilmente ha delle conseguenze positive in termini di riduzione dello stress, diminuzione del turnover e dell’assenteismo. Il welfare aziendale può quindi assumere per l’impresa un valore chiave anche in termini di competitività, rappresentando una vera e propria leva strategica per l’impresa, con un impatto sui risultati, sulla produttività e le prestazioni lavorative, sul clima aziendale, sulla fidelizzazione dei lavoratori e lo sviluppo del capitale umano, sull’immagine e la reputazione dell’impresa.
Se solo i piani di welfare aziendale possono portare ai molteplici benefici sopra descritti, si pensi ai vantaggi che l’individuazione di tutti gli elementi di retribuzione e la costruzione di un piano retributivo completo potrebbero portare alle imprese in termini non solo di efficienza del capitale umano e di un clima aziendale più performante, ma anche in termini di miglioramento della brand reputation, con una maggior attrattività per i talenti.
Su questo articolo ci soffermeremo in particolare sul benessere psicologico del lavoratore e come quest’ultimo possa essere garantito tramite le politiche retributive. Come è già noto, con welfare aziendale si intende l’adozione da parte del datore di lavoro di una mentalità che mette in primo piano la salute fisica e mentale dei propri lavoratori.
“Bisogna stare bene per poter lavorare bene”: questa dovrebbe essere l’idea base sulla quale molte aziende dovrebbero fondare il proprio modus operandi. Essere in un ambiente lavorativo sereno porta i lavoratori ad avere una maggiore motivazione e concentrazione con conseguente raggiungimento degli obiettivi lavorativi con risultati e fatturato migliori.
Con il termine benessere aziendale ci si riferisce a quel senso di positività che accomuna tutti i dipendenti di un’azienda e rappresenta il termometro per misurare il clima interno aziendale.
Esistono alcuni indicatori di benessere organizzativo aziendali, tra i quali senso di appartenenza all’organizzazione, sentimento di autorealizzazione, condivisione dei valori dell’organizzazione, equilibrio tra vita privata e lavoro e relazioni interpersonali positive con i colleghi.
Per garantire benessere nell’ambiente lavorativo le organizzazioni dovrebbero fare in modo di adottare strategie di coaching aziendale con lo scopo di sviluppare il potenziale di ciascun lavoratore. Fondamentale è anche individuare i bisogni e le necessità dei dipendenti adottando delle politiche flessibili.
Per creare un senso di appartenenza all’organizzazione è necessario fare in modo che si formi un team di lavoro facendo sentire i dipendenti una parte attiva e fondamentale dell’azienda. Per fare in modo che si vada a creare un team è necessario promuovere la fiducia reciproca tra i colleghi.
A livello personale è fondamentale valorizzare i risultati di ogni lavoratore in modo da generare autostima e autoefficacia e favorire una buona performance. Dunque, in linea definitiva è necessario che l’organizzazione aumenti e tenga elevata la motivazione di ogni lavoratore, incrementi il senso di appartenenza migliorando la coesione del team anche con incontri di team building.
La soddisfazione lavorativa è, a nostro avviso, uno degli indicatori se non l’indicatore più importante di benessere lavorativo.
Essa può essere migliorata intervenendo in maniera diretta su quelle che sono le caratteristiche del lavoro, favorendo l’autonomia e il senso di responsabilità del singolo e fornendo costantemente dei feedback sui risultati.
Ad oggi, sempre più spesso le aziende decidono di investire denaro sullo sviluppo del benessere aziendale, avendo capito l’importanza di recuperare l’elemento uomo come creatore attivo di significati attribuiti all’organizzazione e fattore capace di influenzare in maniera massiccia il livello di motivazione al lavoro e l’aumento della produttività dell’azienda.
Analizzare il clima aziendale inoltre, permette al datore di lavoro di conoscere la condizione interna della azienda, leggerne gli eventuali errori svolti per poi aver la possibilità di costruire un piano di recupero volto al miglioramento del sistema aziendale: incitando il cambiamento, l’innovazione, imparando ad essere attenti allo sviluppo delle relazioni interpersonali, alla costruzione e al mantenimento del benessere psico-fisico e sociale dei lavoratori; tutto questo per risanare e promuovere una nuova linea lavorativa volta alla soddisfazione e alla felicità dei dipendenti, che risulta il fattore principale per il benessere aziendale.
Dunque, La felicità aziendale si genera sposando i valori aziendali, nel sentirsi parte di un gruppo, nell’avere la possibilità di una crescita professionale e di carriera, avere la flessibilità negli orari di lavoro, essere formati, informati nelle decisioni aziendali, essere autonomi ed essere riconosciuti per le proprie diversità personali (generazionali, culturali, di genere).
La soluzione più efficace per migliorare il benessere aziendale, è quella di lavorare in primis sulla costruzione di una salda cultura aziendale, quindi su quei valori che rappresentano l’azienda e che trasmette al suo interno e al suo esterno. La cultura aziendale è utile per creare stima, passione per il lavoro svolto e sentirsi parte di un processo di miglioramento, inoltre la cultura aiuta a chiarire il significato delle singole e delle specifiche attività rispetto all’obiettivo finale, creando motivazione nei dipendenti e soddisfazione.
Successivamente alla costruzione della cultura aziendale è importante, avere una forte attenzione al singolo dipendente, riconoscerlo come unico e motivarlo al lavoro, per fare questo è fondamentale formare il datore di lavoro al “riconoscimento dell’altro” e del lavoro svolto, trasformando il “capo” in un “leader” capace di padroneggiare la comunicazione assertiva, dare buoni feedback e di gratificare i suoi dipendenti con apprezzamenti, riconoscimenti. questo è utile per far sentire la persona parte di un sistema comune, di essere l’ingranaggio indispensabile per il funzionamento dell’azienda.
Molto spesso si tende a collegare il concetto di welfare aziendale a incentivi di tipo economico quando, in realtà, è estremamente legato a fattori non economici. Per i lavoratori gli elementi più importanti, in questo senso, sono: autonomia personale e possibilità di crescita professionale.
In conclusione, l’azienda dovrebbe quindi considerare attentamente l’importanza della costruzione del benessere aziendale. Il punto di partenza è quello di investire nei valori aziendali, quindi nella cultura organizzativa, successivamente premiare le persone di talento, promuovere la crescita professionale e la creazione di un team motivato, infine è fondamentale monitorare periodicamente l’andamento del clima aziendale.
Soltanto in questo modo si potranno avere all‘interno dell’azienda professionisti felici, motivati e fieri di lavorare per la propria realtà lavorativa.
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Sitografia
“Il benessere lavorativo nelle aziende”, https://festivalpsicologia.it/argomenti/benessere-nelle-aziende
“IL WELFARE AZIENDALE: QUANTO È IMPORTANTE IL BENESSERE DEI LAVORATORI”, https://medicolavoro.org/welfare-aziendale/
“Salute Mentale a lavoro: perché é importante promuoverla”, https://www.jointly.pro/2019/10/10/salute-mentale-e-wellbeing-a-lavoro-perche-e-importante-promuoverli/
“Il benessere organizzativo: cos’è e come implementarlo”, https://www.unobravo.com/post/benessere-e-lavoro
Tags: BlogHR, I migliori Master