Fatti conoscere oltre il CV: la tua lettera motivazionale parla per te.

Una moda degli ultimi anni è la lettera motivazionale o di accompagnamento, o di presentazione. Molto spesso sono i valutatori stessi a richiederla in sede di inserzione. Al valutatore può far comodo conoscere del candidato qualcosa in più che riesce ad uscire solo liberandolo dalla rigida struttura di ricostruzione storica del cv. Libero di scrivere poche righe aperte, il candidato tende ad esporsi e a farsi conoscere dal proprio interlocutore. Innanzitutto ragioniamo sul perché scriverla.


A che serve?

  • A motivare la tua candidatura in risposta ad un annuncio: spieghi al valutatore perché hai scelto di candidarti in risposta al suo annuncio, perché cambieresti l’attuale azienda per un’offerta migliore, perché ti senti adatto al ruolo che sai essere ricercato. Lo inviti a leggere il tuo cv e a contattarti.
  • A motivare la tua auto-candidatura ad un’azienda: spieghi all’azienda perché vorresti lavorare per loro, in 2 stringatissime righe gli racconti chi sei, cosa sai fare, cosa vorresti  fare. La inviti a leggere il tuo cv e a conoscerti.

 

Queste sono le due occasioni in cui può risultare utile avere una lettera di accompagnamento al cv. Quindi è sempre bene avere una lettera pronta. È tuttavia uno strumento molto delicato  e rischioso. Se nel cv racconti di te ad una platea, a chiunque vorrà leggerti, in un modo standard e rigoroso, nella lettera tu ti rivolgi direttamente a me, crei con me una relazione commerciale in cui vuoi convincermi a scegliere il tuo “prodotto” rispetto agli altri presenti sul mercato.

Inizia con “egregio Resp. Personale” o “Gentile Dott. Festa”… ed è la nostra prima corrispondenza. Dato che è più “intima” significa che anche la mia capacità di mantenermi oggettivo e di limitare le mie emozioni, fantasie, gusti, sarà più in pericolo. La lettera di accompagnamento nasce con questo criterio: il cv è uno e fisso.

Di volta in volta, quando si spedisce il cv, piuttosto che personalizzarlo in base all’azienda, si scrive una breve lettera.  La realtà dei fatti è che la gente cambia più spesso i cv delle lettere. In ufficio qualche anno fa abbiamo fatto un esperimento. Ognuno di noi ha stampato 10 lettere di motivazione a caso, tra le ultime mail arrivate. Su 40 lettere, più della metà erano dei format standard, inutili, che nulla aggiungevano del candidato. Una perdita di tempo. 8 erano dei doppioni (format di un noto sito di studenti).

La lettera di presentazione è più “intima” del cv. è scritta per me, pensata per me e vuole evocare qualcosa in me.

Ma allora che le scrivete a fare?

Mica è obbligatoria? Chi ve l’ha chiesta?

 



È come quando mi fanno un regalo con un bigliettino con scritto Auguri!

Se non lo mettevi era lo stesso, risparmiavi e io non lo avrei neanche notato.
Se non ti va, stai tra
nquillo, va bene pure per me!

 

Scrivi una lettera solo se serve: se hai bisogno di aggiungere qualcosa di specifico al valutatore, se il valutatore lo richiede, se credi che non mi possa esser chiaro perché hai scelto di candidarti (hai fatto la ballerina fino a oggi ma hai la vocazione per fare data entry ad es.), se non sei riuscito a valorizzare nel cv un passaggio che credi ti possa dare valore aggiunto ai miei occhi.

Se non hai altro da aggiungere al tuo cv, non aggiungere altro. Il tono della lettera può  andare dalle tinte più formali (quelle con le L maiuscole) a quelle più morbide (per quanto tu debba essere sempre formale, la lettera ha meno regole del cv e il tuo modo, il tuo mondo può esprimersi più sinceramente).


 

L’importante è evitare i toni:

  • lagnosi (“sono da x anni in mobilità”),
  • depressi (“so che anche questa volta non avrò risposta”),
  • intimidatori (“mi chiami a colloquio e le farò vedere che sono io quello giusto”),
  • esaltati (“tutti i miei collaboratori le direbbero che sono il capo perfetto. Rimarrà stupito anche lei”),
  • snob (“so che l’azienda farebbe un grande acquisto ad assumermi”),
  • mercenari (“tengo a precisare che valuterei questa posizione solo se in linea con il mio attuale stipendio non ordinario per un professionista della mia età”),
  • servili e mielosi-lusingatori.

 

Io se leggo un cv e il percorso del candidato mi sembra proprio in linea con le mie esigenze e sono felice, ho sempre paura che leggendo la lettera cambierò umore.

La lettera di accompagnamento è un invito, motivato, a leggere il cv. Nonostante ciò è prassi leggere la lettera solo dopo aver letto il cv. Non conosco colleghi (che sicuramente ci saranno) che quando fanno screening di massa aprano prima le lettere dei cv. Riguarda l’economia dei tempi: se apro un cv e non va bene, non apro neanche la lettera.

[…] Secondo molti miei colleghi, molti dei quali più illustri di me, inviare il CV senza lettera di presentazione è un errore: non devi passare all’interlocutore la sensazione di un invio collettivo, impersonale e quindi non efficace.

 Devi valorizzare il valutatore, farlo sentire speciale e quindi devi scrivergli per diritto e fargli capire “ehi, parlo con te!”. 

 

Tratto dal "Manuale per superare un Selezione"

 

 


 

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